Dallo scorso 2 settembre hanno preso il via i nuovi controlli sul contante da parte dell’Ufficio di informazione finanziaria (Uif) di Banca d’Italia. Controlli più severi e più frequenti, considerato che il faro si accenderà su coloro che – tra prelievi e versamenti – alimentano un volume superiore ai 10 mila euro al mese.
Cerchiamo allora di sgombrare il campo dai principali dubbi, rispondendo ai quesiti più ricorrenti su questo nuovo regime di verifiche.
Chi effettua il controllo
Il controllo è effettuato dall’Uif, l’Ufficio di informazione finanziaria della Banca d’Italia ma, “materialmente”, la segnalazione sul superamento delle soglie verrà effettuata dagli operatori presenti sul territorio.
Dunque, saranno in realtà banche, Poste e istituti di pagamento a dover fornire i nominativi di chi supera la nuova soglia. La comunicazione all’Uif non sarà “facoltativa”, considerato che sono previste sanzioni severissime per gli operatori che non rispettano tale onere.
È stato inoltre previsto che la comunicazione venga effettuata su base mensile, e che non equivalga a classificare come sospetta la movimentazione di denaro effettuata da un soggetto, ma solamente permettere alle autorità di vigilanza di effettuare eventuali controlli ulteriori.
Quali sono le operazioni coinvolte nella segnalazione
Come si legge dalla nota con la quale l’Uif informa delle novità, le operazioni verranno individuate considerando “tutte le movimentazioni di denaro effettuate dal medesimo soggetto, in qualità di cliente o di esecutore; le operazioni effettuate dall’esecutore sono imputate anche al cliente in nome e per conto del quale ha operato”.
Il primo invio sarà effettuato il prossimo 15 settembre 2019 per i dati di aprile, maggio, giugno e luglio.
Quanto sono usati i contanti in Italia?
La nuova stretta si è resa necessaria per fare luce su un argomento – quello dell’uso dei contanti in Italia – che risulta essere particolarmente diffuso. Nel nostro Paese il denaro contante è molto più utilizzato rispetto agli altri Paesi europei, nonostante negli ultimi anni si sia registrato un incremento degli strumenti di pagamento transazionale elettronico come le carte di credito o di debito, o i bonifici.
Tuttavia, nel nostro Paese oltre l’80% dei pagamenti rimane effettuato in contante, con conseguenti costi per le banche, per gli utenti e per l’economia nel suo complesso (sia sufficiente rammentare gli oneri per la sicurezza). Rimane inteso che, comunque, l’obiettivo principale da parte di Bankitalia sia quello di far emergere parte del sommerso, ponendo così a freno le tante transazioni in “nero” che inquinano l’economia italiana…