Petrolio, prezzi in crescita sull’accordo Arabia – Russia

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I prezzi globali del petrolio sono cresciuti ancora, ieri, portando il valore del greggio americano oltre i 60 dollari al barile. La motivazione non è certo impossibile da ricondurre: l’Arabia Saudita e la Russia hanno detto che sosterranno un accordo OPEC che possa estendere i tagli alla produzione del Cartello fino alla seconda metà dell’anno.

Dunque, quelli che sono rispettivamente il secondo e terzo produttore mondiale, dopo gli Stati Uniti, hanno senza sorprese raggiunto un accordo sui tagli da 1,2 milioni di barili, a margine del vertice del G20 di Osaka, aprendo così il supporto a Iran e a Iraq, ottenuto quando i leader dell’OPEC si sono riuniti a Vienna per la consueta due giorni di colloqui, che dovrebbero portare ad una proroga di almeno nove mesi del patto concordato per la prima volta nel mese di dicembre 2018.

A questo punto, riteniamo che i prezzi del petrolio dovrebbero godere di un supporto immediato, date le aspettative sull’estensione dei tagli di produzione dell’OPEC “allargata” (alla Russia). Tutto ciò, insieme al sentimento positivo che accompagna la ripresa dei negoziati commerciali USA – Cina, dovrebbe altresì sostenere le quotazioni del barile.

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Ad ogni modo, sebbene un’estensione ufficiale dell’accordo OPEC – Russia dovrebbe rafforzare il sostegno ai prezzi del petrolio, le persistenti preoccupazioni per il rallentamento della crescita della domanda globale potrebbero limitare il rialzo del petrolio, a meno che le tariffe tra Stati Uniti e Cina non vengano revocate per sviluppare positivamente le prospettive economiche globali.

Riteniamo che i mercati valuteranno anche se gli sforzi dell’OPEC + Russia per riequilibrare i mercati globali del petrolio possano essere sufficienti, alla luce della produzione di greggio statunitense (che ha toccato livelli record), insieme al rischio di un altro riaccendersi nel conflitto commerciale USA – Cina che potrebbe trascinare la crescita globale sempre più in basso.

Tornando ai prezzi, il greggio Brent con consegna ad agosto, ovvero il benchmark globale per il greggio globale, è cresciuto di 1,82 dollari in più ad inizio settimana rispetto alla chiusura di venerdì scorso, passando ora di mano a 66,56 dollari al barile. I contratti WTI per lo stesso mese, invece, più strettamente legati ai prezzi del gas degli Stati Uniti, hanno segnato un aumento di 1,65 dollari a 60,12 dollari al barile, il valore più alto dal 22 maggio.

Si tenga anche conto che le major del petrolio quotate a Londra, ovvero BP e Royal Dutch Shell, hanno ottenuto importanti guadagni per le proprie azioni, crescendo in apertura di mattinata rispettivamente dell’1,6% e dell’1,3%, considerato che gli investitori stanno estendendo le loro posizioni rialziste su queste aziende di settore, in un clima più disteso, favorito dalla svolta nei colloqui commerciali USA-Cina.

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Tuttavia, con l’economia industriale cinese al ritmo più debole degli ultimi 17 anni, e con le trivelle americane che pompano ogni giorno volumi record di greggio, la crisi dei mercati petroliferi globali sembra essere solamente archiviata.

Rammentiamo infine che l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha ridotto la sua previsione di crescita della domanda nel 2019 a 1,2 milioni di barili al giorno, osservando che l’attenzione principale è ora concentrata sulla domanda di petrolio, in quanto il sentimento economico si sta indebolendo, e aggiungendo che un peggioramento delle prospettive commerciali è stato e sarà un tema determinante e costante nelle focalizzazioni degli operatori.

Valutazioni che sono state riprese quasi integralmente dalla U.S. Energy Information Administration, che ha affermato che le forniture statunitensi sono aumentate di 2,21 milioni di barili nell’ultima rilevazione, conducendo così il totale delle forniture a 485,47 milioni di barili, il più alto livello degli ultimi due anni.

La EIA ha anche ridotto la propria previsione sulla domanda mondiale a circa 1,22 milioni di barili al giorno nel suo report Short-Term Energy Outlook, una riduzione di 160.000 barili al giorno rispetto alle previsioni precedenti. Ha anche abbassato la sua stima di crescita per il 2020 di 110.000 barili al giorno a 1,42 milioni di barili al giorno.