I mercati finanziari hanno tirato un sospiro di sollievo quando, nel weekend appena concluso, le tensioni tra Stati Uniti e Cina, e Stati Uniti e Corea del Nord, sembrano essere tornate nei margini di “controllo”. Dunque, è probabile che d’ora in poi gli investitori guarderanno con maggiore attenzione ai fondamentali, senza però perdere di vista gli elementi che hanno finora caratterizzato questa prima parte del 2019.
Vediamo insieme come investire nella settimana appena cominciata, e a quali eventi conviene prestare maggiore attenzione.
Indice
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Colloqui USA – Cina
Gli Stati Uniti e la Cina hanno concordato sabato scorso il riavvio dei colloqui commerciali dal punto in cui si erano interrotti. Il merito è di una intensa diplomazia nelle ultime settimane, e del fatto che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha offerto alcune concessioni, la sospensione di qualsiasi nuova tariffa e un allentamento delle restrizioni su Huawei.
Anche se per il momento non è stata fissata alcuna scadenza per i progressi su un accordo, e anche se le due parti rimangono in disaccordo su alcune porzioni significative di una bozza di intesa, è comunque un segnale molto importante di quel che potrebbe avvenire nel corso del prossimo futuro.
I mercati finanziari dovrebbero trarne vantaggio, considerato che l’allentamento delle tensioni tra le due parti potrebbe sminuire i rischi in un’economia globale già in rallentamento.
Dati economici USA
Il secondo evento su cui val la pena riporre l’attenzione è rappresentati dai dati economici USA in uscita e, in particolar modo, al dossier sui posti di lavoro, aggiornato a giugno, previsto per venerdì, che probabilmente terrà conto della decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse nella sua prossima riunione di fine luglio.
L’economia a stelle e strisce dovrebbe aver creato circa 160.000 posti di lavoro nel sesto mese dell’anno, mentre i futures sui tassi di interesse indicano il 100% delle probabilità di un taglio di 25 punti base il 31 luglio, al prossimo meeting OMC.
Tuttavia, i trader potrebbero in realtà essere troppo ottimisti. Il presidente della Fed Jerome Powell ha respinto l’ipotesi di un imminente taglio dei tassi, e l’economia nordamericana è considerata molto robusta. La disoccupazione è al 3,6%, al suo minimo degli ultimi cinquant’anni. Insomma, potrebbe non esserci ancora terreno fertile per questa decisione, anche se sarebbe sorprendente.
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Discorsi Fed
Il vicepresidente della Fed Richard Clarida interverrà lunedì con un discorso abbastanza interessante. All’inizio dello scorso mese, infatti, Clarida aveva detto che la banca centrale era pronta ad abbassare i tassi di interesse, se necessario, ma aveva anche sottolineato che le prospettive generali per l’economia statunitense rimanevano positive.
Il presidente della Fed di New York John Williams parlerà invece martedì a Zurigo a una tavola rotonda sulle prospettive economiche e di politica monetaria globale. Il presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, un membro senza diritto di voto del FOMC, parlerà in un evento separato lo stesso giorno.
Riunione dell’OPEC
L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) si riunirà a Vienna lunedì e si incontrerà con gli Stati non OPEC il giorno successivo per discutere la proroga di un accordo – che scadrà domenica – sulla riduzione della produzione petrolifera di 1,2 milioni di barili al giorno per sostenere i prezzi.
Ma l’annuncio di sabato del presidente russo Vladimir Putin, secondo cui lui e il principe saudita Mohammed Bin Salman hanno già deciso di prorogare l’attuale accordo di produzione, a nostro giudizio ha reso l’incontro quasi superfluo. Riteniamo dunque che non ci saranno impatti particolarmente ingenti sui mercati.
Per quanto attiene gli USA, sottolineiamo come la produzione di petrolio nel Paese ha raggiunto il record di 11 milioni di barili al giorno nel 2018 ed è sulla buona strada per raggiungere 12,4 milioni di barili al giorno quest’anno, secondi i dati dell’Energy Information Administration, compensando così i tagli di produzione dell’OPEC.
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I dati del Regno Unito
Con l’attenzione incentrata sugli Stati Uniti, qualcuno si è quasi dimenticato della Brexit e del Regno Unito. Per riaccendere l’attenzione sarà certamente utile rifocalizzarsi sui dati in uscita, come quelli delle indagini dei settori manifatturiero, dei servizi e delle costruzioni, che questa settimana dovrebbero indicare che la crescita del secondo trimestre sarà probabilmente più o meno piatta. Tutto ciò dovrebbe diminuire la possibilità di un aumento dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra quest’anno.
Gran parte di questo è dovuta alla debolezza del settore manifatturiero, con i nuovi ordini e la produzione in calo, visto che le aziende stanno accumulando per prepararsi alla prospettiva di una Brexit no deal, priva di intese commerciali.