Azioni Samsung, calo dopo trimestrale deludente

Samsung ha visto le proprie azioni calare nell’ultima sessione di Borsa, dopo aver ammesso che i profitti della trimestrale che si è conclusa giugno sono più che dimezzati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a causa del calo dei prezzi dei chip di memoria.

L’utile operativo per il trimestre è infatti giunto a quota 6,6 trilioni di won (5,6 miliardi di dollari), in calo del 55,61% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il fatturato di gruppo è stato pari a 56,13 trilioni di won.

Come anticipato, a pesare sui dati sono stati la debolezza del mercato e il calo dei prezzi nel comparto dei chip di memoria, poiché gli effetti degli aggiustamenti delle scorte da parte dei principali clienti dei data center nei trimestri precedenti sono stati in continuità, nonostante una limitata ripresa della domanda.

Ad ogni modo, i numeri ora pubblicati sono addirittura leggermente migliori rispetto alle indicazioni fornite dall’azienda all’inizio di questo mese. In particolare, Samsung ha affermato che il proprio business dei semiconduttori ha registrato un fatturato consolidato di 16,09 trilioni di won e un utile operativo di 3,4 trilioni di won per il trimestre in questione, in flessione di quasi il 71% rispetto a un anno fa. L’azienda ha detto che la sua unità che si occupa dei chip di memoria ha visto un aumento della domanda, nonostante le deboli condizioni di mercato.

Guardando al futuro a breve termine, per la seconda metà dell’anno, Samsung ha affermato che la domanda dovrebbe crescere, anche se l’azienda sta osservando che la volatilità del settore nel suo complesso è maggiore a causa dell’aumento delle incertezze esterne.

Ricordiamo altresì che questo è il secondo trimestre consecutivo in cui l’utile operativo del gigante tecnologico sudcoreano ha più che dimezzato il proprio importo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nei tre mesi che si sono conclusi a marzo, i profitti di Samsung sono infatti scesi di circa il 60% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 6,2 trilioni di won coreani (5,3 miliardi di dollari).

È pur vero che l’industria globale dei semiconduttori sta attraversando un periodo di aggiustamento delle scorte che sta mantenendo bassa la domanda e causando un eccesso di offerta, tale da comprimere i prezzi. Gli analisti hanno detto che si aspettano una ripresa nel 2020, conferendo un po’ di ossigeno alle aspettative dell’azienda.

Ma non solo. I chipmaker sudcoreani hanno almeno un altro motivo di preoccupazione: la disputa in corso tra Giappone e Corea del Sud, che ha condotto Tokyo a limitare le esportazioni di materiali ad alta tecnologia che vengono utilizzati da big del calibro di Samsung e SK Hynix per produrre chip e display per smartphone.

Anche se l’impatto a breve termine della restrizione commerciale dovrebbe essere limitato a causa degli elevati livelli di scorte, gli analisti hanno previsto che le aziende potrebbero incontrare difficoltà a lungo termine nell’approvvigionamento di alternative. E sebbene questo potrebbe potenzialmente aiutare a spingere al rialzo i prezzi dei chip, è probabile che renda gli smartphone e altri dispositivi elettronici più costosi sul mercato.

Rammentiamo altresì che il business mobile di Samsung ha riportato 25.86 trilioni di won di fatturato consolidato e ha registrato 1.56 trilioni di dollari di utile operativo, in calo di circa il 42% rispetto a un anno fa. Il produttore di smartphone ha dichiarato di aspettarsi che la domanda complessiva di telefonia mobile rimarrà debole nel secondo semestre a causa delle crescenti incertezze sull’economia globale e sul commercio.

Occhi aperti, a questo punto, sui prossimi appuntamenti: Samsung dovrebbe finalmente svelare il suo smartphone Galaxy Note 10 nel mese di agosto e dare il via libera al suo Galaxy Fold…