Mancano poche ore al via della riunione del FOMC del mese di luglio che, a nostro giudizio, non potrà che segnalare l’avvio di una nuova fase di aumento di stimolo monetario a scopo preventivo. In altri termini, più diretti: i rischi per l’economia statunitense non sono legati al presente, ma al prossimo futuro. E la Fed, in tale ambito, preferisce agire anticipando l’emersione di tali pericoli, piuttosto che agire in ritardo, quando magari i segnali di turbamento si sono eccessivamente ingigantiti.
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Le previsioni sui tassi
Andando con ordine, riteniamo che il FOMC delibererà una riduzione dell’intervallo obiettivo per il tasso dei Fed funds nella misura di 25pb, a 2 – 2,25%.
Difficilmente tale decisione sarà presa all’unanimità, considerato che vengono oramai dati per scontati due dissensi. Sulla base delle dichiarazioni degli ultimi giorni, c’è infatti chi vorrebbe optare per un taglio di 50pb (Evans) e c’è chi vorrebbe invece mantenere tassi fermi (George).
Insomma, anche se negli ultimi giorni la probabilità attribuita dal mercato a un intervento di 50pb è aumentata, il consenso nel FOMC al momento dovrebbe orientarsi verso un taglio più prudente, di 25pb.
La conferenza stampa
Di particolare interesse sarà anche verificare quale sarà il contenuto e il tenore della conferenza stampa di Powell, e del comunicato finale del meeting.
In linea sintetica, il comunicato dovrebbe evidenziare che la valutazione dello scenario rimane positiva, con l’economia in crescita sopra il potenziale, e con il mercato del lavoro al pieno impiego.
Tuttavia, come già abbiamo avuto modo di evidenziare nelle righe precedenti, questo non significa che il taglio dei tassi non sia ben giustificato. Riteniamo infatti che l’intervento sia mirato ad agire in modo preventivo a fronte di rischi legati alle tensioni commerciali e alla domanda globale debole…
Le nostre opinioni
Ma come prepararsi a quel che potrebbe accadere alla fine del corrente mese?
Andiamo con ordine. Il punto di partenza è che un taglio dei tassi a luglio è quasi una certezza. Dunque, il focus degli analisti e degli investitori si sposterà soprattutto sul comunicato e sulla conferenza stampa di Powell, in assenza di aggiornamenti del grafico a punti, che potrebbero fornire diversi spunti utili per poter orientare le politiche della Fed nel prossimo futuro.
Se infatti Powell dovesse riaffermare che i rischi legati alle tensioni commerciali e alla domanda mondiale debole “continuano a pesare sullo scenario”, tutto lascerebbe intendere l’avvio di un nuovo stimolo, con crescente aspettativa di un altro taglio di 25pb alla riunione di settembre.
È anche vero che a quel punto il mercato si focalizzerà con crescente interesse sul calendario macroeconomico. Di fatti, una serie di dati particolarmente positivi e la riduzione dell’incertezza di policy (si pensi all’intesa bipartisan – non facile – su limite del debito e spesa discrezionale 2020-21), potrebbero infatti influenzare in senso contrario la riunione di settembre. Proprio per questo motivo, è lecito attendersi grande prudenza sulle indicazioni per la fine dell’estate.
Dunque, via libera a un taglio dei tassi di 25 punti base ora, lasciando aperte le porte per un altro taglio dei tassi a settembre, ma senza dare chiari riferimenti al mercato. Per quanto attiene il 2020, difficile che la Fed possa fornire chiare indicazioni sulla serie di tagli, in assenza di un reale deterioramento dello scenario. I riferimenti al 2020 dovrebbero essere rimandati a inizio settembre, con maggiori informazioni sulla politica fiscale e sui dazi.