Ora che sono passate circa due settimane dalla riunione del FOMC di giugno, negli Stati Uniti è tempo di nuovi bilanci. L’opportunità è stata recentemente fornita dall’update sui nuovi dati statistici disponibili, che hanno elaborato informazioni piuttosto convinte e positive per il mercato del lavoro e per i consumi, mentre sono stati misti nelle altre aree, unitamente a una stabilizzazione del quadro della politica commerciale.
L’attenzione degli investitori dovrebbe tuttavia ora essere incentrata a quel che avverrà il 10 luglio, quando verranno pubblicati i verbali della riunione di giugno, e contestualmente alle audizioni di Powell in Congresso (il 10 e l’11 luglio), che potrebbero guidare la lettura di dati ed eventi per valutare le condizioni che porterebbero a un taglio dei tassi di interesse di riferimento già a fine luglio. Riteniamo che per i policy maker la vita nelle prossime settimane sarà molto difficile: le informazioni dovrebbero infatti essere mediamente positive, e tutto ciò – unitamente alle aspettative di tagli imminenti molto radicate nel mercato – potrebbe creare una strada a senso unico per il FOMC.
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In area euro, e in particolar modo per gli investitori italiani, il focus sarà ancora una volta nel rapporto tra Roma e Bruxelles. Per il momento l’Italia ha scampato il pericolo maggiore, legato all’apertura della procedura di infrazione. Riteniamo però che la buona notizia non sia che la Commissione non abbia proposto l’avvio di tale procedura, ma che il deficit 2019 sia stato riportato al 2%, in parte a causa di fattori strutturali. In aggiunta a ciò, il crollo dello spread, sebbene non sia tutto dovuto all’annuncio della Commissione, sta dimostrando che la rinnovata prudenza sui conti da parte dell’Italia può produrre benefici aggiuntivi sul fronte della spesa per interessi, liberando così spazio fiscale. Retorica a parte, il governo potrebbe prendere spunto da tutto ciò in vista della manovra 2020, che sarà certamente nuovo terreno di scontro, quanto mai aspro, con i partner europei.
Venendo infine ai market mover della settimana, nell’area euro il calendario ha come protagonisti principali i dati di produzione industriale di maggio: il dato per l’eurozona dovrebbe indicare una crescita di 0,2% m/m, in Germania uno sviluppo di 0,5% m/m, in Francia di 0,6% m/m mentre in Italia si prevede un mese debole. Sul fronte dell’inflazione, la seconda stima tedesca di giugno dovrebbe confermare la stessa accelerazione dell’indice nazionale (all’1,6%) e la stagnazione di quello armonizzato (all’1,3%).
Negli USA, pochi i dati in uscita. Il focus sarà sulle audizioni di Powell in Congresso e sui verbali della riunione del FOMC, che potrebbero fornire alcune informazioni sulle opinioni riguardo al sentiero dei tassi e alle condizioni che porterebbero a un taglio dei fed funds a luglio. Sul fronte dei dati l’inflazione, con il CPI e il PPI core attesi in rialzo di 0,2% m/m a giugno.