Come guadagnare con le auto storiche

guadagnare con le auto storiche
guadagnare con le auto storiche

 

Vi spieghiamo in maniera semplice e dettagliata come cambia la situazione “bollo” per le auto storiche dopo la legge: chi resta tagliato fuori e le agevolazioni che rimangono in campo assicurativo.

In Italia, vi sono tantissimi appassionati di auto storiche, un mondo, questo che vanta un gran numero di seguaci che portano avanti un hobby di notevole importanza all’interno del nostro patrimonio culturale. Per chi come il sottoscritto, è da sempre appassionato d’automobilismo, alcuni miti assoluti della storia di questo settore sono un patrimonio inestimabile, che va protetto e salvaguardato negli anni. Chi impiega tanta passione, perchè ce ne vuole, sacrificio ed impegno per tutelare una risorsa tanto significativa del nostro passato, andrebbe certamente difeso dalle autorità di Governo con misure atte a garantire lunga vita ad uno dei pochi interessi “sani” e genuini che ci è rimasto.

Chi dovrà pagare il bollo ?

Cari lettori, mi scuserete questa breve digressione personale ma, è molta l’amarezza dovuta alla manovra assai discutibile recentemente approvata in Parlamento che, all’interno di Legge di stabilità (applicabile da Gennaio 2015), comprende pesanti rincari per i possessori di auto storiche .

Prima…

La norma in vigore precedentemente prevedeva grosse agevolazioni per chiunque avesse un veicolo superiore ai 20 anni d’età (relativa all’anno di produzione e non a quello d’immatricolazione), in termini di bollo, che ne risultava fortemente ridotto ( il costo era di 30 euro circa, come conseguenza della potenza e dell’anzianità del mezzo). Tutto ciò ha favorito negli ultimi anni un ritrovato interesse verso le auto storiche, riscoperte da migliaia di appassionati, stuzzicati dalle condizioni favorevoli che si presentavano per chi avesse avuto l’intenzione di “comprare d’epoca”.

Adesso…

Bene signori, una delle poche leggi giuste su cui poteva contare chi ama il mondo dei motori, è stata sapientemente modificata, portando l’età minima dei cosiddetti” veicoli d’interesse storico” da 20 a 30 anni e trascinando, in questo modo, nel baratro tutti quei possessori di auto comprese in questo decennio, che vedono, così, sfumare l’esenzione dall’imposta regionale .

La discutibile giustificazione degli enti di Governo…

La motivazione presentata dal Governo Renzi per giustificare una scelta che ha suscitato l’ira di molti, è stata il tentativo di ridurre il fenomeno delle “finte auto storiche” e cioè di tutti quei veicoli davvero malandati che, usufruendo degli sgravi e potendo contare sull’iscrizione a club dalla serietà quantomeno criticabile, finivano col circolare incrementando molto il rischio di incidenti a scapito della sicurezza pubblica su strada. Per quanto mi riguarda la spiegazione fornita dagli organi parlamentari può essere anche condivisibile, ma questa è senza dubbio la maniera sbagliata di affrontare il problema. Pensate a quanti proprietari di auto storiche di indubbio valore culturale, vera risorsa del nostro Paese, si vedranno costretti a far fronte a pesantissimi rincari (parliamo di molte centinaia di euro annue) e quindi, nella gran parte dei casi a dover rinunciare ad una passione divenuta “troppo costosa”.

guadagnare con le auto storiche
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La conseguenza, che la solita incompetenza governativa non è stata capace di prevedere, sarà quella di vedere “pezzi intoccabili del nostro patrimonio” venduti all’estero (dove le regole in materia di veicoli d’epoca sono più giuste), in discarica o peggio ancora rottamati. Tutto questo è davvero inconcepibile, si dovevano ricercare delle vie più discriminanti per agire salvaguardando chi, al contrario, adesso, si trova in grossa difficoltà, con “uscite extra” difficili da coprire in questo momento di forte disagio economico.

Alla decisione del Governo si sono ribellate anche le principali associazioni del settore, l’ASI in primis, proponendo il pagamento di una quota di 100 euro per la tassa sul possesso ma, siamo certi che difficilmente, tra i piani alti, qualcuno prenderà in considerazione quest’opzione .

Le auto storiche. Come assicurarle massimizzando il risparmio!!

Nonostante la “distruttiva manovra” resa legge dal Parlamento italiano, possedere un’auto storica deve, comunque, essere un privilegio e non peso sullo stomaco, anche perchè continuano a sussistere grossi incentivi in termini di assicurazioni RCA per tutti quei veicoli con almeno 20 anni dalla data di produzione.

Chiariamo innanzitutto come e quando “un’auto diventa storica” e cioè i vari passaggi necessari per poterla poi realmente assicurare.

Per poter circolare, le auto storiche devono :

  • Il primo passo è iscriversi al PRA (Pubblico Registro Automobilistico)
  • Il secondo passo è iscriversi ad una specifico Autoclub, associazione che si assume il compito di preparare la documentazione per lo step successivo.
  • Il terzo passo è l‘iscrizione all’ ASI ( Automotoclub Storico Italiano), che per legge non può superare la soglia massima di 100 euro ed è strettamente correlata alle ottime condizioni del veicolo: auto “mal conservate” non rispettano gli standard.

Dopo aver ultimato le prime tre fasi, procedura che, purtroppo, il più delle volte non si rivela molto sbrigativa, si può davvero assicurare il veicolo, godendo così, delle agevolazioni riservate a chi ne possiede una .

Bisogna, come prima cosa, aver almeno 23 anni e poi, si ha accesso a tariffe a prezzi notevolmente più bassi rispetto ai normali contratti assicurativi (fino al 50% in meno) , poichè il premio finale, nel caso di auto storiche è stabilito in base ad una classe di merito fissa e non si basa, quindi, sul sistema bonus/malus . Inoltre, si potrà contare sul privilegio della “guida libera” e cioè sulla possibilità di far guidare il veicolo anche ad altri individui (di solito 4 al massimo) a patto che abbiano, anch’essi, compiuto i 23 anni d’età.

I premi assicurativi per auto con certificazione ASI sono davvero “allettanti”, è quindi evidente la grande convenienza di possedere un veicolo più datato in termini di polizza . I contratti per auto storiche sono comunque subordinati ad un limite nel chilometraggio massimo, poichè le compagnie prevedono che mezzi del genere non vengano”spremuti” dai rispettivi proprietari.

In conclusione, nonostante le scelte più che discutibili del Governo, speriamo che vi sia rimasta la voglia di affacciarvi ad un settore, quello delle auto storiche, capace, comunque di riservare enormi soddisfazioni agli appassionati. Gioielli inestimabili per qualsiasi intenditore di automobilismo vanno preservati, anche se con uno sforzo certamente maggiore. Il piacere di prendersi cura di un pezzo di storia non può assolutamente andare disperso, nonostante gli ostacoli che chi dovrebbe tutelarci ci mette di fronte .

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