Cos’è il Trading Range?
Il Trading Range è una strategia che si avvale dei movimenti di bassa volatilità, nonché una formazione grafica, che compare quando siamo davanti ad un trend laterale.
Su un grafico con andamento laterale, infatti, si formano dei supporti e delle resistenze che delimitano il prezzo del titolo, portandolo a rimbalzare all’interno di queste linee.
I trader possono prendere denaro in queste situazioni, comprando vicino al livello di supporto, inserendo un adeguato Stop Loss al di sotto di questo e vendendo vicino al livello di resistenza, piuttosto che cercare di cogliere il momento di break out dove il titolo letteralmente esplode al di fuori del Trading Range.
La prima cosa è scegliere correttamente il titolo, analizzando uno ad uno i titoli del mercato per valutare quale effettivamente sia in Trading Range. Dopo come secondo passo è necessario determinare il livello di supporto e di resistenza. Questi livelli possono essere individuati graficamente in vari modi o con l’ausilio d’appositi indicatori d’ analisi tecnica. Come ultima cosa fissare il livello di stop loss adeguato, pre-calcolando la possibile perdita accettabile in caso il mercato non si muova come previsto.
Non siate avidi, piuttosto ponetevi degli obiettivi concreti da ogni posizione, e soprattutto posizionate sempre lo Stop Loss ed il Target Profit.
Entrati a mercato seguite con attenzione la strategia impostata e soprattutto rispettate le regole che vi siete posti.
Leggende sullo stop loss
Nel trading lo stop loss è comunemente considerato la soglia di prezzo che corrisponde alla massima perdita che si decide (a priori) di voler sostenere da quella specifica operazione. Quantificato lo stop loss diventa quindi possibile relazionarlo al potenziale profit che la stessa operazione potrebbe apportare (rapporto profitto/perdita potenziali indicativamente assimilabile a costi/benefici), così da avere un ulteriore parametro di fattibilità operativa. Il problema è che questa definizione di stop loss può rivelarsi fuorviante nei suoi risvolti pratici, portando il trader a pensare erroneamente che lo stop dovrebbe essere posto in funzione del proprio profilo di rischio. In realtà nel trading questo non ha molto senso, perché l’oscillazione che porterà eventualmente il prezzo in prossimità della nostra soglia non si assoggetterà di certo ai criteri di risk management da noi adottati: nello specifico collocando la nostra soglia di chiusura (stop loss) in base a quanta perdita siamo disposti a sopportare, non aumenteremo in alcun modo la probabilità che il movimento del prezzo non raggiunga e poi superi la soglia da noi prefissata, finalizzando di fatto la nostra perdita. Piuttosto lo stop loss deve essere collocato in punti chiave, ovvero dove si ritiene, dopo aver analizzato graficamente lo strumento scelto, che il prezzo ha una scarsa probabilità di proseguire senza inficiare di fatto il movimento che ci interessa e nella direzione corrispondente al movimento primario scelto. Sintetizzando, bisogna subordinare il posizionamento degli stop loss a qualche ragione tecnica, non alla discrezionalità derivante dal relazionamento degli stessi al proprio profilo di rischio: in caso contrario, si rischia di veder inutilmente scattare il proprio stop e, poco dopo, realizzare che se l’avessimo messo un po’ più in là l’operazione sarebbe ancora in piedi , e ci avrebbe portato un guadagno certo… Una volta stabilita la corretta collocazione degli stop, PROPRIO in base a ragioni oggettive evidenti sul grafico, allora potremo scegliere quali operazioni intraprendere preferendo quelle il cui rapporto tra massima perdita possibile (distanza tra ingresso e stop loss) e minimo profitto auspicabile (distanza tra ingresso e punto in cui decidiamo a priori sia corretto uscire in mancanza di nuove informazioni) sia compatibile con il nostro profilo di rischio.